Gea

Soldato di facile sfortuna approdai su isole di loquaci diversioni.

Pellicce di agnelli atte a nascondere i grondanti artigli, mi imbarcai nel voler vivere io le ferite da me salate rimembranze.

Lidi e lodi hanno mosso il mio ego navigante in cerca di sirene assordanti.

Ho posto vestito di nulla fede alle correnti degli altrui successi.

In bonaccia attesa persi il senno del mio voler esser Dio.

Sale in fiele pigrizia lodavo il mio pormi ristagno.

Lacrime sgorgavano dalla mia anima veliero.

Oltre le nebbie delle mie incertezze posi vista al gabbiano mio desiderio.

Arso dalla ignavia volonta ho spirato l’ultimo fiato in preghiera di perdono e ho superato le colonne da me erette a limite.

Dei del Credo mia ragione hanno premiato la mia volontà.

Oltre il velo del mare nostrum ozio, trovai gioia oltre ogni confine.

Tu mia Sconfinante e rigogliosa maraviglia.

Tu Madre Gea del mio rigoglioso essere.

Tu ponente forza di fede.

Tu ancora di certa rotta hai donato a me la via alle stelle.

Tu mia fede in onde di encefalo prove.

Poni in me timone.

Navigherò al nostro sestante astro futuro.

Sei la mia Via A. M.

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