Prima era il vuoto nero pensiero.
Poi vi è stato il vagito del silenzio.
Drappi e strappi nel creato colarono lingue su terre diverse.
Versi urlarono e piegarono la ragione per renderla armonia.
Non vi fù credo sufficiente a instillare la meraviglia che ne sarebbe scaturita.
Allora inventarono figure che dessero screziate sonorita al volgere dell’udito.
E li chiamarono poeti.
Sorgevano e migravano come gli imperi che visitavano.
Menti a imprimere solennità al loro passo, narravano di ciò che fu prima di loro.
Usarono le mani per far affiorare idee in vero.
Le chiamarono arti.
Scroscianti furono i fuochi che si accesero in chi prima non vedeva.
Risa e lacrime lastricarono la storia.
Passione e mestizia distrussero confini irreali di limiti invalicabili.
Meraviglia e follia trafissero le ere.
La ragione divenne bellezza.
Ammantata.
Ammirata.
Amata.
Alla fine del tutto, ci sarà di nuovo il nero.
Ma tu resterai in eterno.
Tu sei la bellezza.
Io il nero del mio descriverti.
Mi ha davvero colpito questa poesia. Hai un modo di scrivere senza tempo.
"Mi piace"Piace a 1 persona
🙏🏻Grazie di cuore per lo splendido commento! 🙏🏻
"Mi piace""Mi piace"
Bello come sempre tu.
"Mi piace"Piace a 1 persona
🙏🏻
"Mi piace"Piace a 1 persona