Tempi impossibili sfregiano i passi stanchi.
Strazierei la forza per non averne da farmene togliere.
Quando perdi la ragione il torto impone la sua pienezza.
Tutto cederei dalla mia esistenza per tornare a sporcarmi con le mie mani infanti.
Impormi il vincolo dell’essere per diventare io, è il mio calvario e la mia pena richiesta.
Non estrarrò libbre da quello che carne non è.
Solo alla luce volgo il perdono della mia ombra.
Brucerò storpio delle mie tasche vuote e risorgerò Dio delle mie azioni piene.
Ammirerò quello che follia voleva ma coraggio ha avuto.
Tu maestra vita e frusta esperienza.
Tu foce di forse e tornado di sarai.
Tu dono e rinnego
Di dolore non sarò mai il tuo eco
Di amore solo una voce richiamerò e mi chiamerà.
Quella voce ha il suono del dominio sul fato.
Quella voce ha il nome inciso sul domani.
Quella voce ha la il Suo volto…e di esso mi ammalio.